Analisi VOX sulla votazione del 28 settembre 2025: Una vittoria per la destra, una vittoria per la sinistra?
Lukas Golder, Tobias Keller, Roland Rey, Sara Rellstab, Margret Tschanz, Corina Schena
28th November 2025

Il 28 settembre 2025 la popolazione votante svizzera si è espressa su due proposte federali: il Decreto federale concernente l’imposta immobiliare cantonale sulle abitazioni secondarie e la Legge federale sul mezzo d’identificazione elettronico (Legge sull’Id-e). La proposta sull’imposta immobiliare è stata approvata da una maggioranza molto netta con il 57,7% dei Sì, mentre la decisione sulla Legge sull’Id-e è passata di misura strettissima con il 50,4% dei Sì.
La votazione del settembre 2025 pone in evidenza due differenti linee di conflitto. Per quanto riguarda l’imposta immobiliare, si è evidenziata la spaccatura in materia economico-fiscale tra le posizioni di sinistra, favorevoli alla redistribuzione, e gli orientamenti borghesi, improntati alla responsabilità personale. Per quanto riguarda la Legge sull’Id-e, la linea di divisione si snodava tra l’ottimismo verso il progresso tecnologico e i timori per la protezione dei dati. Entrambe le proposte confermano il noto schema che vede una partecipazione differenziata a seconda dei gruppi sociali. I fattori chiave che influenzano la partecipazione e il voto restano l’interesse politico, l’istruzione, il reddito e la fiducia nelle istituzioni. Colpisce anche il fatto che, in questa domenica di voto, il possesso di una proprietà immobiliare abbia favorito una partecipazione più elevata. Mentre la proposta sull’imposta immobiliare ha mobilitato una solida maggioranza borghese, il risultato di misura della Legge sull’Id-e si è basato sul sostegno degli strati sociali più giovani, di sinistra e urbani, che vedono nello Stato il garante della sicurezza digitale. Nel complesso, la giornata di voto ha visto trionfare la sinistra in un caso e la destra in un altro.
L’argomentazione sulla giustizia convince la maggioranza borghese – Imposta immobiliare cantonale sulle abitazioni secondarie
La proposta sull’imposta immobiliare cantonale sulle abitazioni secondarie ha ottenuto il sostegno di una solida maggioranza borghese. Ha posto fine al dibattito di lunga data sull’abolizione del valore locativo, coniugando le riflessioni sulla riforma fiscale con i margini di autonomia federale dei Cantoni.
Il comportamento di voto ha rispecchiato l’asse politico sinistra-destra. Quanto più a destra si posizionavano gli intervistati, tanto maggiore è stata la propensione a votare Sì, dal 25% tra gli elettori di estrema sinistra fino a circa il 70% tra quelli di estrema destra. Anche dal punto di vista dell’appartenenza partitica si è osservata una divisione chiara: i simpatizzanti dell’UDC (74%), del PLR (64%), del Centro (64%) e del PVL (63%) hanno approvato nettamente la proposta. Al contrario, la maggioranza delle sostenitrici e dei sostenitori del PS (37%) e dei Verdi (31%) l’hanno respinta, sebbene non in modo compatto. È risultato evidente anche l’impatto del possesso immobiliare: i proprietari hanno sostenuto la proposta in misura significativamente maggiore rispetto agli inquilini (67% e 43%, rispettivamente).
A livello sociodemografico, il consenso aumentava con l’età. I votanti di età inferiore a 40 anni erano sostanzialmente divisi, mentre quasi due terzi dei votanti con più di 70 anni ha scelto il Sì. Il sostegno alla proposta è stato più elevato tra gli uomini che tra le donne (61% contro 55%). Le persone con un livello terziario di formazione sono state l’unico gruppo a non raggiungere una maggioranza di Sì.
Sotto l’aspetto dei contenuti, ha prevalso l’argomentazione sulla giustizia secondo cui non sarebbe giusto tassare un reddito che non si percepisce: due terzi degli intervistati si sono detti d’accordo con questa affermazione. Anche l’opinione secondo cui la riforma avrebbe alleggerito i pensionati è stata ampiamente condivisa. Inoltre, molti sostenitori della proposta hanno indicato anche il vantaggio personale come motivo del loro voto favorevole. Al contrario, gli oppositori hanno motivato il loro No principalmente con la preoccupazione per la perdita di gettito fiscale e con l’argomentazione per cui i nuclei familiari proprietari di immobili sarebbero favoriti a scapito degli inquilini.
I risultati mostrano un andamento classico: i ceti borghesi-conservatori e i nuclei familiari proprietari di immobili hanno chiaramente sostenuto la proposta, mentre i gruppi di sinistra e urbani hanno mantenuto una posizione più distaccata. Nella Svizzera tedesca il sostegno è stato complessivamente più elevato rispetto alla Svizzera romanda.
Polarizzazione sulla questione dei vantaggi della digitalizzazione – Legge sull’Id-e
L’approvazione della Legge sull’Id-e con un risicato 50,4% di voti favorevoli evidenzia un’opinione pubblica divisa sull’identità digitale statale. Il comportamento di voto ha rispecchiato in primo luogo le convinzioni politiche e la fiducia nelle istituzioni.
Quanto più a sinistra si collocavano gli aventi diritto al voto, tanto maggiore era il consenso. L’estrema sinistra ha sostenuto la proposta per il 72%, l’estrema destra solo per il 34%. La proposta ha ottenuto un consenso ben al di sopra della media tra i simpatizzanti del PVL (79%), seguiti dai sostenitori del PS (69%), dei Verdi (67%) e del PLR (62%). Tra i simpatizzanti dell’UDC, la quota dei Sì è stata di appena il 24%.
Dal punto di vista sociodemografico, emerge una netta distinzione basata sul genere, l’età e il livello di istruzione. Il consenso cresceva con l’aumentare del livello di istruzione e del reddito, mentre tendeva a calare tra gli elettori più anziani. Il sostegno maggioritario alla legge è prevalso tra le persone sotto i 40 anni, mentre sopra i 60 anni le persone si sono dette per lo più contrarie. La maggioranza degli uomini si è pronunciata a favore dell’Id-e, mentre la maggior parte delle donne si è detta contraria (46% di Sì).
La fiducia nelle istituzioni statali si è rivelata un fattore centrale. Chi nutriva una fiducia elevata nel Consiglio federale o nell’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) si è mostrato nettamente più favorevole alla legge. Anche un atteggiamento positivo nei confronti della digitalizzazione è risultato chiaramente correlato al consenso: l’85% di chi considerava la digitalizzazione come un mezzo per semplificare la vita ha sostenuto la proposta, mentre solo il 15% di chi la percepiva come un problema sociale l’ha sostenuta. Nella valutazione degli argomenti è emersa una chiara divisione: l’argomento a favore, secondo cui una soluzione statale eviterebbe la dipendenza dai colossi tecnologici, ha riscosso il consenso più ampio (76%). Anche la natura volontaria e gratuità dell’Id-e è stata sostenuta dalla maggioranza (67%). Tra gli oppositori, a dominare sono stati il timore di penalizzare chi ha minore dimestichezza con il digitale e le preoccupazioni sulla privacy, con la legge vista come possibile pretesto per la sorveglianza dei cittadini.
Il risultato mostra una linea di conflitto culturale, meno di natura partitica e più orientato ai valori. La Legge sull’Id-e ha trovato sostegno soprattutto tra i votanti più giovani, istruiti e digitalmente esperti, mentre il rifiuto è prevalso tra i gruppi più anziani, più scettici e diffidenti verso le istituzioni.
Partecipazione superiore alla media con scarsa mobilitazione dei simpatizzanti del PS – La partecipazione
La partecipazione al voto è stata del 49,6%, leggermente superiore rispetto alla media di lungo periodo. Nelle città la mobilitazione si è mantenuta sui livelli consueti, mentre nelle zone rurali, in particolare nella Svizzera tedesca, è stata superiore alla media.
La partecipazione ha continuato a riflettere uno schema sociale selettivo: le persone più anziane e con un livello di istruzione e reddito elevati hanno partecipato in misura significativamente maggiore rispetto ai giovani o a chi ha un’istruzione formale più bassa. La partecipazione maschile è stata leggermente superiore a quella femminile (51% contro 48%). La partecipazione più alta in assoluto si è registrata sopra i 70 anni (65%), mentre tra i 18-39enni ha partecipato poco più di un terzo degli aventi diritto. Dal punto di vista politico, la mobilitazione è stata più forte tra i simpatizzanti del PVL, del Centro e del PLR, mentre i sostenitori del PS e i votanti senza affiliazione politica hanno partecipato al di sotto della media. La partecipazione è stata più alta tra i proprietari di immobili rispetto agli inquilini, uno schema noto che in questa giornata di voto si è tuttavia accentuato rispetto alle precedenti votazioni di questa legislatura.
Referenze: Golder, Lukas et. al (2025). Riassunto dell’analisi VOX di settembre 2025: Sondaggio supplementare e analisi sulla votazione popolare del 28 settembre 2025. Bern: gfs.
Imagine: unsplash.com
Nota: questo contributo è stato curato da Raed Hartmann, DeFacto.
